LA LINGUA E LA CULTURA TEDESCA A PADOVA
LA LINGUA E LA CULTURA TEDESCA A PADOVA
Il 2022 è l'Anno della Lingua Tedesca in Italia! In particolare, dall'8 al 15 ottobre ci sarà la "Settimana Tedesca" con una grande festa di apertura a Roma e un ricco programma di eventi in tutta Italia.
Incontro informativo per classi scolastiche
Incontro informativo per classi scolastiche sulle opportunità per i giovani in Germania
Mercoledì 12 ottobre ore 10.00
Nell’ambito delle manifestazioni promosse in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Federale Tedesca per la Deutsche Woche l'Istituto di Cultura Italo-Tedesco propone un’iniziativa dedicata agli studenti delle scuole superiori: l’incontro informativo via Zoom con Josephine Löffler, responsabile dell’Ufficio per gli scambi giovanili italo-tedeschi VIAVAI, che condividerà utilissime informazioni su come trovare le più appetibili opportunità sull’anno scolastico in Germania, sulle offerte di volontariato, sui programmi di scambi scolastici, su come trovare informazioni per orientarsi nella scelta dell’università, sugli stage, sulle borse di studio, sui campi vacanze e su come trovare lavoro come au pair: ovviamente il tutto in Germania. L’incontro si svolge in lingua italiana. Per prenotare la partecipazione della propria classe basta inviare una richiesta a info@icit.it: il link verrà inviato come reminder la sera prima.
Incontriamoci su Zoom!
Incontriamoci su Zoom!: primo incontro virtuale del progetto di scambio per classi scolastiche.
In occasione della "Deutsche Woche" dall'8 al 15 ottobre 2022, nell'ambito della manifestazione ParlJAmo tedesco promossa dall'Ambasciata tedesca per l'anno della lingua tedesca in Italia, l'Istituto di Cultura Italo Tedesco di Padova ha organizzato il programma di scambio italo-tedesco “Incontriamoci su Zoom!” selezionando dieci classi di scuole italiane e tedesche.
Il progetto, gratuito, si rivolge agli studenti delle classi 2°, 3° e 4° della scuola secondaria di secondo grado, il livello linguistico richiesto è tra l’A2 e il B1. L'obiettivo è uno scambio linguistico e culturale tra gli alunni italiani che stanno imparando il tedesco e gli alunni tedeschi che stanno imparando l’italiano, mettendo in contatto studenti con lo stesso livello di competenza della lingua, incrementandone la motivazione e auspicando che si creino i requisiti per un’amicizia tra i ragazzi e i presupposti per uno scambio non virtuale nei rispettivi Paesi.
Il primo incontro online avrà luogo durante la "Settimana tedesca" e sarà seguito da altri tre incontri online, della durata di 60 minuti ciascuno, orientativamente a metà novembre 2022, a metà gennaio 2023 e a metà marzo 2023.
Mercoledì 16 dicembre 2020, Ore 20:15
Concerto in streaming in collaborazione con l'Associazione Amici della Musica e il Conservatorio Pollini di Padova
per il genetliaco di Beethoven: 16 dicembre 1770
Album Beethoven – Dix Morceaux brillants pour le Piano
La Deutsch-italiensiche Gesellschaft di Düsseldorf ci fa un regalo di Natale. Ringraziamo tanto per questa dolce condivisione il presidente Robert Himmrich e la vicepresidente Marlies Zielke (che per l'occasione veste i panni di cuoca).
Die Deutsch-italiensiche Gesellschaft setzt sich ein für die Kulturvermittlung in Düsseldorf und den sozialen Zusammenhalt. In der Weihnachtszeit, getrennt durch Corona-Abstandsregeln, will das Video aus der Weihnachtsbäckerei von Marlies Zielke, Vizepräsidentin der DIG Düsseldorf, eine kleine Brücke sein zu unseren Mitgliedern und Freunden sowie allen, die Freude am Plätzchen backen haben.
Ihnen, Ihrer Familie und dem gesamten Istituto schöne Feiertage und ein besseres 2021
Ihr
Robert Himmrich
Il film racconta la vita del compositore Dmitrij Šostakovič dal punto di vista di un regista (interpretato da Armin Mueller-Stahl) che sta girando un film su Šostakovič. Nel 1961 la canzone "Into the Cold Dawn", scritta da Sostakovic per il fim "Contro-piano", venne canticchiata da Yuri Gagarin e divenne perciò la prima musica nello spazio.
Helmuth Plessner, uno dei fondatori della antropologia filosofica contemporanea, nasce a Wiesbaden il 4 settembre 1892. Cresciuto in un ambiente ricco di stimoli e interessi scientifici, s’iscrive alla Facoltà di Medicina dell’Università di Freiburg. Dopo soli due semestri si trasferisce a Heidelberg, per dedicarsi alla zoologia.
Contemporaneamente, avendo maturato un considerevole interesse per la filosofia, segue i seminari del neokantiano Wilhelm Windelband. Pur proseguendo le ricerche zoologiche, nel 1914 decide di approfondire la conoscenza della filosofia recandosi a Göttingen, dove insegna il padre della fenomenologia, Edmund Husserl. Si dedica soprattutto allo studio del pensiero di Immanuel Kant. Dopo che (nell’aprile del 1916) Husserl ha lasciato Göttingen per Freiburg, Plessner si trasferisce a Erlangen, dove insegna un allievo di Windelband, Paul Hensel, con il quale egli si laurea in filosofia con uno scritto, poi ampliato e pubblicato nel 1918 con il titolo Krisis der transzendentalen Wahrheit im Anfang. Con Hans Driesch e Max Scheler, egli consegue all’Università di Köln l’abilitazione alla libera docenza, presentando un lavoro dal titolo Untersuchungen zu einer Kritik der Philosophischen Urteilskraft. A partire dal 1920, Plessner è docente di filosofia a Köln, come assistente di Scheler. Ivi comincia a porre le basi della sua antropologia filosofica. Nel 1923 pubblica l’opera Die Einheit der Sinne, una sorta di “critica dei sensi” che affianca filosofia trascendentale kantiana e metodo fenomenologico. Dopo appena un anno, nel 1924, appare Grenzen der Gemeinschaft, la prima opera in cui vengono trattate questioni di carattere etico-sociale. Ha inizio in questo periodo l’amicizia con il fisiologo olandese Frederik Jacobus Johannes Buytendijk. Esce il primo numero di «Philosophischer Anzeiger», rivista interdisciplinare curata da Plessner in collaborazione con alcuni dei maggiori esponenti della cultura filosofica e scientifica del tempo. Nel 1928 esce la sua opera più significativa, Die Stufen des Organischen und der Mensch, in cui Plessner espone in forma sistematica la propria teoria della realtà organica e della natura umana e propone la maggior parte dei concetti chiave del suo pensiero antropologico. Nel 1931 viene pubblicato Macht und menschliche Natur, dedicato al rapporto tra antropologia e politica. Con l’avvento del regime nazista, Plessner deve lasciare l’incarico di professore a Köln, a causa delle origini ebraiche di suo padre. Dopo un soggiorno in Turchia, riceve l’invito dell’amico biologo Buytendijk a recarsi a Groningen, presso l’Istituto di Fisiologia da lui diretto. Parte per i Paesi Bassi nel gennaio del 1934. A questo periodo pare risalga la redazione di Lachen und Weinen, che uscirà solo nel 1941. L’autore intraprende una dettagliata analisi del riso e del pianto, collocandola nel contesto dell’antropologia filosofica dove l’uomo è un tutto unitario in cui fisico e psichico non sono che aspetti diversi di una inscindibile realtà naturale. Da alcune conferenze tenute all’Università ha origine il saggio, pubblicato nel 1935, e ristampato nel 1959 con il titolo Die verspätete Nation. Dal 1936 Plessner diviene docente di sociologia a Groningen. Tuttavia, con l’occupazione tedesca nel 1940 è costretto alla clandestinità. Ritornatovi solo nel 1946, dopo la liberazione, Plessner è nominato professore ordinario di filosofia nell’Università di Groningen, restandovi fino al 1951. Ormai sessantenne, nel 1952 torna in Germania, perché chiamato a Göttingen, per ricoprire la cattedra di sociologia. Plessner accetta l’incarico a condizione di potersi occupare di filosofia. L’anno successivo pubblica la raccolta di saggi dal titolo Zwischen Philosophie und Gesellschaft, contenente anche il saggio Das Lächeln, pubblicato per la prima volta nel 1950 in un volume collettivo, sul fenomeno del sorriso, da Plessner nettamente distinto da quello del riso. Durante il periodo di rettorato universitario, tra il 1960 e il 1961, contribuisce alla promozione di un programma di istruzione per adulti e favorisce i rapporti interuniversitari. Ritiratosi in Svizzera per la vecchiaia, si stabilisce nei pressi di Zürich, dalla cui Università Plessner è invitato a tenere lezioni e seminari. Tra gli anni ’60 e ’70, escono alcune raccolte di saggi: Diesseits der Utopie; Philosophische Anthropologie e Die Frage nach der Conditio humana. Nel 1980, l’editore Suhrkamp di Frankfurt a.M. inizia la pubblicazione delle Gesammelte Schriften, in 10 volumi. Dopo una lunga malattia, nel 1985 Plessner muore a Göttingen.
Il grande amore di Clara (Karoline Herfurth), Ben, è morto in un incidente stradale. Dopo due anni, la giovane donna è ancora provata dal dolore che non riesce a superare. Anche la sua coinquilina, Katja (Nora Tschirner), nonostante ci provi in tutti i modi, riesce a malapena a superare quel muro di dolore in cui Clara si è chiusa. Solo una cosa pare alleviare il dolore della giovane: inviare messaggi al vecchio numero di cellulare di Ben e raccontargli dei propri sentimenti tuttora invariati. Quello che però Clara non sa è che il numero nel frattempo appartiene a un altro utente...
Frieder Berthold, violoncello
Margherita Santi, pianoforte
J. BRAHMS (1833-1897)
Sonata per violoncello e pianoforte in Mi minore Op. 38
Sonata per violoncello e pianoforte in Fa maggiore Op. 99
Giacomo Dalla Libera, pianoforte
W. A. MOZART (1756-1791)
Sonata in Mi bemolle maggiore K 282
Sonata in Do maggiore K 309
Sonata in La minore K 310
Alberto Lodoletti, pianoforte
F. CHOPIN (1810-1849)
2 Polacche Op. 26
2 Notturni Op. 9
Ballata Op. 23
Scherzo Op. 20
Scherzo Op. 54
Lars Grunwoldt, baritono
Andrea Rucli, pianoforte
F. SCHUBERT (1797-1828)
Die Schöne Müllerin D. 795
Nella prima parte dell’incontro verranno presentati due autori di opere liriche: Peter Cornelius (1824 – 1874) e Engelbert Humperdinck.
Verranno proposti brani tratti dalla deliziosa opera “Hänsel e Gretel” di Engelbert Humperdinck (1854 – 1921). L’opera è arricchita di freschi temi di ispirazione popolare.
Nella seconda parte verrà presentata la figura del grande liederista Hugo Wolf (1860 – 1903) con cui si conclude il grande periodo della storia del Lied romantico.
Infine, verrà introdotta la figura del musicista di origine boema Gustav Mahler (1860 – 1911).
La situazione economica e politica nei paesi dell'est andava progressivamente peggiorando negli anni ed arrivò a diventare insostenibile negli anni '80. Intanto anche le zone di crisi internazionali si erano spostate dall'Europa in altre parti del mondo. Questi due fattori, assieme ad un avvicendamento generazionale nei partiti di alcuni paesi comunisti, portarono ad un allentamento delle posizioni ideologiche. In questo clima nuovo due paesi comunisti, la Cecoslovacchia e l'Ungheria, decisero una cauta apertura della Cortina di Ferro che diede inizio ad un processo inarrestabile e rapidissimo, culminato nel crollo del Muro e, di conseguenza, della Cortina di Ferro e nella fine della Guerra Fredda e nella riunificazione della Germania.
Durante questo incontro verrà proposta la deliziosa opera “Hansel e Gretel” di Engelbert Humperdink (1854 – 1921). L’opera è arricchita di freschi temi di ispirazione popolare.
Completerà l’incontro la presentazione del musicista Max Reger (1873 – 1916), dominatore delle più complesse forme contrappuntistiche. La lezione bachiana insostituibile nella sua musica si carica di una tensione romantica.
Spesso le sue composizioni possono risultare aspre e cupe, ma senza dubbio Reger è considerato il più grande organista dopo Bach. Compose non solo musiche per organo ma anche per pianoforte, violino, orchestra, inoltre ci ha lasciato numerosi Lieder.
La vita in Africa di una famiglia tedesca che nel 1938 è costretta a ricominciare da capo in un Paese straniero.
Caroline Link è riuscita a portare sugli schermi un film ambizioso, girato non senza difficoltà nei luoghi narrati da Zweig. Le immagini di grande effetto, i personaggi tracciati con precisione, i conflitti realistici e le emozioni profonde le hanno valso il premio Oscar nella categoria “Miglior film straniero” - il primo a un film tedesco dai tempi de “Il tamburo di latta”.
1936: lo scrittore austriaco Stefan Zweig scappa dall’Europa per sfuggire ai nazisti. A Rio de Janeiro viene organizzato un banchetto in suo onore, a Buenos Aires partecipa al congresso del PEN. Nel gennaio del 1941 arriva a New York, dove incontra la prima moglie e si lamenta con lei delle tante richieste di aiuto che gli giungono dall’Europa e che non lo lasciano scrivere. Nello stesso autunno si trova con la seconda moglie, Lotte, a Petropolis, in Brasile, dove ora vive e dove sta lavorando al testo della “Novella degli scacchi”. Pochi mesi dopo lui e Lotte si suicidano.
Con Vor Der Morgenröte (Prima dell’alba - Stefan Zweig in America) Maria Schrader ha dato vita a una pellicola toccante e indirettamente attuale sul tema dell’esilio, che riflette un pezzo di storia europea, avvalendosi di un interprete geniale per questo ruolo: Josef Hader.
Durante l’incontro verranno proposti brani tratti dall’ultima opera, il capolavoro estremo di Richard Wagner, intitolata “Parsifal”. La partitura fu terminata dal musicista a Palermo nel 1882, dopo aver tratto preziosi elementi scenici dal Duomo di Siena e dai giardini fioriti di Amalfi.
La mistica catarsi ispirò i canti dell’“Agape Santa” e dell’“Incantesimo del Venerdì Santo”.
La fede di Wagner è stata definita dagli studiosi filosofica più che religiosa, comunque arricchita di simboli cristiani e buddisti.
Mancano i furori romantici di Lohengrin o la tensione di Tristano o la conflittualità della Tetralogia, ma domina un senso solenne e pacato di ascesi mistica.
Nella seconda parte dell’incontro verrà proposto il Concerto per violino in sol min. di Max Bruch (1838 – 1920).
Der Motor des Lernens ist die Motivation. Aber wie können wir es als Lehrer in der heutigen Zeit schaffen, unsere Schüler zu motivieren?
Wie können wir erreichen, dass sie Interesse zeigen, mitmachen, dass sie Selbstvertrauen haben? Was können wir gegen lernhinderndes Verhalten tun? Wie sieht guter Unterricht aus und was können wir an unserem eigenen Verhalten ändern, um den Lernvorgang zu unterstützen? Wie helfen uns die neuen Lehrwerke bei dieser schwierigen Aufgabe?
In dieser Veranstaltung versuchen wir Antworten auf die vielen Fragen zu finden, gehen wir auf neuen Wegen der Fremdsprachendidaktik und stolpern doch über vieles Nützliches aus der Vergangenheit.
La costruzione del Muro fu l'atto finale della spartizione del mondo in due blocchi contrapposti che rappresentavano due ideologie, due sistemi politico-costituzionali, due sistemi economici e due culture inconciliabili. Questa situazione era caratterizzata inoltre da una profonda diffidenza che trovava la sua espressione in uno stato di permanente preparazione ad un conflitto armato, la Guerra Fredda, ed un confine ermeticamente chiuso, la Cortina di Ferro. La parte più impenetrabile di questo confine era quella tra le due Germanie, nel quale però rimaneva una "porta" aperta a Berlino: questa porta fu chiusa dal Muro.
Un anno prima della caduta del Muro, la regista attraversa in treno la Germania dell’Est da sud a nord per capire “come altri hanno vissuto e come vorrebbero vivere.” Lungo il percorso incontra tante donne: ciascuna a modo suo sta cercando la libertà – perché così vuole o per forza di cose – e racconta delle paure e delle speranze che ha.
In collaborazione con il Comune di Padova, l’Università degli Studi di Padova e il Centro Servizio Volontariato provinciale di Padova (CSV) nell’ambito delle manifestazioni di Solidaria 2019 - “Sconfinamenti”
ingresso libero
Coriolan Overture (L. van Beethoven)
Concerto per tromba (J. N. Hummel)
Sinfonia n. 5 (L. van Beethoven)
L’Istituto di Cultura Italo-Tedesco partecipa alla “Deutsche Woche in Italien” (Settimana tedesca in Italia, dal 6 al 13 ottobre), una serie di manifestazioni patrocinate dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania.
In occasione del trentesimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino, questa mostra, in lingua italiana e tedesca, ne illustra gli aspetti salienti: i motivi che hanno condotto alla costruzione del Muro, la vita nella RDT e nella RFT, il processo che ha portato alla caduta del Muro e soprattutto l'analisi di come è stato percepito il cambiamento in questi ultimi 30 anni e in particolare oggi, soprattutto tra i giovani.
La mostra sarà accompagnata da una conferenza per studenti delle scuole secondarie introdotta da Klaus Mueller.
La presentazione partirà dalla divisione della Germania come conseguenza della II Guerra Mondiale con la creazione di un confine tra le due Germanie, che era anche parte della Cortina di Ferro. L'ultima apertura in questo confine si trovava a Berlino e venne chiusa con la costruzione del Muro. Si parlerà poi della sua caduta che fu l'inizio di una reazione a catena, che portò alla caduta della Cortina di Ferro e alla fine dei blocchi contrapposti nella Guerra Fredda. Si parlerà infine dello sviluppo posteriore della Germania riunificata.
Wie lerne ich? Wie lernen andere? Welche Rolle spielen Emotionen und Motivation? Der Workshop erläutert leicht verständlich die neurobiologischen Vorgänge beim Lernen mit Fokus auf das Sprachenlernen und leitet daraus ab, wie man Inhalte so vermitteln kann, dass möglichst viele Lernende erfolgreich beim Lernen sind. Deutlich wird, dass Lernende sehr unterschiedliche Zugänge bevorzugen, es also sehr unterschiedliche Lernstile gibt. Es wird dabei immer konkret auf die Umsetzung im Fremdsprachenunterricht eingegangen und Übungformen vorgestellt und ausprobiert, die das Lernen unterstützen.
Inhalte:
- Lernen als Aufbau von neuronalen Netzwerken
- Der Weg von der Wahrnehmung (Reiz) in das Langzeitgedächtnis (Cortex)
- Die Rolle des limbischen Systems (Relevanz- und Emotionsdetektor)
- Die Rolle der Lerntraditionen
- Kennenlernen und Selbstreflexion der Lernstilen (= Lernvorlieben; nicht Lernertypen!)
- Umsetzung im Fremdsprachenunterricht mit konkreten Übungen
Durante questo incontro verranno presentati quei musicisti che, sulla scia dell’influsso lasciato da Richard Wagner, in Germania ed in Austria svolsero un’efficace attività operistica nella seconda metà dell’Ottocento.
Tra loro spicca la figura di Engelbert Humperdink che compose la deliziosa fiaba musicale “Hansel e Gretel” in cui emergono freschi temi d’ispirazione popolaresca.
Nella seconda metà dell’Ottocento la liederistica tedesca ebbe nell’austriaco Hugo Wolf il più popolare esponente. Grandissima fu la risonanza dei suoi lieder nei quali introdusse nuovi sviluppi formali e uno stile prevalentemente declamato della voce.
Verrà introdotta inoltre la importante e celeberrima figura di Richard Strauss, che sviluppò fino alle estreme conseguenze le complesse strutture sonore wagneriane.
Con Julia Jentsch, Bjarne Mädel, Emilia Pieske, Johanna Gastdorf, Dr. Sven Seeger, Prof. Dr. Martin Kostelka
Il lavoro della cabarettista Astrid consiste nel far ridere la gente. Markus, il suo manager, è anche il suo compagno. I due sono ormai una coppia ben consolidata, hanno una figlia di nove anni e stanno aspettando un secondo bambino. Durante una visita di routine al sesto mese di gravidanza, la coppia scopre che il il bimbo è afflitto da sindrome di Down e che verrà al mondo con gravi malformazioni cardiache. La quotidianità della giovane famiglia viene sconvolta da un giorno all’altro. Certezza e ottimismo si alternano giorno dopo giorno a sconforto, panico e confusione. Nonostante tutti gli interrogativi e i dubbi, Astrid e Markus decidono di tenere il bambino. Ma più la data del parto si avvicina più crescono la preoccupazione e i dubbi di Astrid. Dopo tante discussioni e diverbi, sia in casa che fuori, la donna si trova davanti a una decisione inevitabile quanto irreversibile.
«La terza sezione del dialogo, consistente nelle ultime quattro coppie di battute, concluse infine da un’ulteriore battuta asimmetrica [G, pp. 62-73], viene a rompere, dal punto di vista formale, con la sua stessa esistenza, l’architettura binaria che sorregge l’impianto complessivo del nostro testo, e poi, con il suo contenuto specifico, viene a far esplodere l’angusto chiasmo concettuale che sembrava imprigionare irrimediabilmente il corpo e l’anima. In questa sezione, infatti, viene prospettata la risoluzione finale del problema del corpo e dell’anima, cioè il superamento definitivo della dualità che li separa e li contrappone, ma nella forma di un desiderio e di un’attesa dalle connotazioni intensamente escatologiche. Un futuro radicalmente altro rispetto al passato ed al presente comincia a profilarsi finalmente all’orizzonte, un futuro, tuttavia, anch’esso, di carattere non storico-temporale, bensì, potremmo dire, di carattere post-temporale o eterno». (F.P. Ciglia, Un dramma in tre atti. Analisi del testo, in F. Rosenzweig, Il grido, cit., p. 105)
Il secondo incontro si concentrerà sugli avvenimenti tedeschi in particolare. Si vedrà, come nel corso della guerra il potere della classe politica subì un continuo ridimensionamento, mentre dall’altra parte si instaurò in pratica una dittatura militare, sempre più irresponsabile ed incapace di valutare la realtà. Questo strapotere della casta militare, presente peraltro fin dalla fondazione dell’Impero tedesco nel 1872, trovava il suo fulcro nella figura sciagurata dell’Imperatore Guglielmo II. Alla fine della guerra questo potere, ammantato di gloria fasulla, crollò, lasciando il paese in preda alla guerra civile, dalla quale uscì una Repubblica carica di ideali e princìpi civili, ma di estrema debolezza perché in realtà voluta ed amata quasi da nessuno. Sopravvisse a stento per quattordici anni.
«Una seconda sezione del dialogo, che si potrebbe far coincidere interamente in una sola coppia di battute, l’undicesima, di dimensioni però molto più ampie rispetto alle precedenti [G, pp. 46-63], esplora invece la genesi primordiale del problema del corpo e dell’anima. In essa i due protagonisti-antagonisti tentano di risalire con la memoria ciascuno alle proprie origini, e perciò anche di cogliere le scaturigini della divisione che li separa e li costituisce poi nella loro irriducibile dualità. La rievocazione e l’interrogazione delle origini conduce ovviamente il discorso all’interno dell’orizzonte del passato, ma non si tratta qui, evidentemente, di un passato storico collocabile in un punto qualsiasi della serie temporale, bensì della primissima scaturigine del tempo, che può essere collocata soltanto in una dimensione, si potrebbe dire, di carattere pre-istorico o eterno. Lo scopo ultimo della rievocazione e dell’interrogazione delle origini è, evidentemente, quello di trarne eventuali indicazioni per la comprensione del senso di un presente che appare quanto mai enigmatico e conflittuale. Ma il dialogo non si ferma qui, come sembrerebbe richiesto dalla logica binaria che lo anima, né si limita, dopo la rievocazione delle origini, a ritornare al presente per confermarne la problematicità insuperabile, o a preconizzare un futuro concepito come una pura e semplice ripetizione del passato e del presente». (F.P. Ciglia, Un dramma in tre atti. Analisi del testo, in F. Rosenzweig, Il grido, cit., pp. 103-104)
Interpreti: Anton Petzold (Rico), Juri Winkler (Oskar), Karoline Herfurth, Ronald Zehrfeld, Ursela Monn, Axel Prahl, Milan Peschel, Anke Engelke, Katharina Thalbach
Il piccolo Rico, che si descrive come bambino “meno intelligente”, vive nel quartiere di Kreuzberg, a Berlino, insieme alla madre. Anche lui è consapevole di avere un lieve ritardo nell’apprendimento, ma riesce comunque a cavarsela sempre. Compensa i suoi problemi di orientamento per le strade di Kreuzberg, a Berlino, facendo dei contrassegni; annota su dei foglietti di carta le numerose parole nuove che vorrebbe imparare e comprendere, oppure le registra su un’audiocassetta. Il piccolo colleziona vocaboli e tutto quello che trova per strada, addirittura anche un pezzo di pasta che qualcuno deve aver gettato dalla propria finestra di casa. Sua madre lo ama teneramente, ma ha poco tempo da dedicargli, perché lavora in un locale notturno. La vita di Rico cambia quando incontra Oscar, un bambino veramente molto dotato. L’amicizia è immediatamente messa a dura prova perché Oscar non si presenta a un incontro concordato. Rico viene a sapere che il suo nuovo amico è stato rapito da “Mister 2000”. Il padre di Oskar fa intervenire la polizia, però Rico, improvvisamente, si rivela astuto e intrepido, libera il suo amico e smaschera il rapitore.
L’adattamento cinematografico dell’omonimo bestseller di Andreas Steinhöfel Rico, Oskar e il ladro ombra è un film d’avventura empatico per bambini con due protagonisti fantastici.
Verrà proposto l’intero ciclo de “L’anello del Nibelungo”, costituito dalle opere “L’oro del Reno”, “La Walkiria”, “Il Sigfrido” e “Il Crepuscolo degli Dei”, rappresentato integralmente in occasione dell’inaugurazione del teatro di Bayreuth nel 1876.
A seguire verrà presentata l’ultima composizione operistica di Wagner che rappresenta l’apice della mistica catarsi in cui turbini, contrasti e passioni si placano: il “Parsifal”.
Lara, che si districa tra i problemi del diventare adulta, deve anche fare i conti con quello che, per un’aspirante musicista, sembra essere un ostacolo in più: avere due genitori non udenti. Fin da piccola Lara è stata il loro tramite con il mondo esterno: li accompagna in banca per le trattative sul mutuo, traduce per la madre i film d’amore in tv, e cerca di trasmettere al padre, in gesti, il suono del fioccare della neve. A nutrire la sua passione per la musica c’è la zia, clarinettista jazz.
Candidato all’Oscar e premiato in tutto il mondo, il film d’esordio di Caroline Link è stato uno dei primi ad affrontare il tema della disabilità in termini moderni e senza pregiudizi.
«Una prima sezione del dialogo, che potrebbe ben essere individuata nelle prime dieci coppie di battute del testo [G, pp. 34-47], tenta di mettere a fuoco e di scandagliare attentamente la natura, le implicazioni e le eventuali possibilità di risoluzione del problema fondamentale che angoscia i due protagonisti del dialogo. Nel corso di questa sezione, il corpo e l’anima riflettono sulla loro rispettiva identità, radicalmente differente l’una dall’altra, e sostanzialmente misteriosa l’una per l’altra, sulla loro irriducibile dualità, e sulla paradossale relazione reciproca che, contro il loro stesso desiderio e la loro volontà, continua a tenerli legati strettamente l’uno all’altra. Essi riflettono, in definitiva, sulla singolarità della situazione nella quale si trovano, che impedisce loro sia di fondersi in unità, sia di separarsi definitivamente, cioè sia di essere veramente uno, sia di essere veramente due. La riflessione in questione, proprio in quanto centrata sulla situazione attuale dei due interlocutori, corre prevalentemente sul filo dell’orizzonte temporale del presente, anche se proprio da essa, come si dovrà vedere subito, emerge l’esigenza di esplorare altre dimensioni del tempo». (F.P. Ciglia, Un dramma in tre atti. Analisi del testo, in F. Rosenzweig, Il grido, cit., pp. 102-103)
Con Julia Jendroßek, Daniel Sträßer, Ramona Kunze-Libnow, Uwe Preuss, Jani Volanen, Kyra Sophia Kahre, Andrea Hintermaier, Yung Ngo
Cindy è in procinto di sostenere l’esame di maturità, con i genitori abita a Berlino, vicino all’aeroporto in costruzione di Schönefeld, i cui lavori, contro ogni aspettativa, sono indietro di anni. Anche la vita della ragazza sembra un cantiere di lunga durata: per via del sovrappeso, Cindy non è molto amata, e, insicura, non riesce a opporsi adeguatamente agli attacchi di mobbing di alcune compagne di classe – né sa parare gli scherzi pesanti del suo amico Danny. Poi però Cindy incontra un ingegnere finlandese e un informatico dalla Corea – la sua vita e la sua personalità prendono una nuova piega.
In questo incontro vengono analizzati due lavori che tanta importanza hanno avuto nell’attuazione del pensiero innovativo dell’opera, intesa come un tutt’uno tra testo poetico, musica e dramma scenico.
In particolate il “Tristano e Isotta”, oltre a dare all’orchestra un ruolo fondamentale nel delineare i sentimenti dei personaggi, ha segnato una svolta decisiva ed un’apertura al nuovo linguaggio compositivo del Novecento.
A partire dal 1° agosto 2019 il nuovo Goethe-Zertifikat B2 modulare sostituisce l’attuale esame B2. Il seminario introduce nel dettaglio e con numerosi esempi il nuovo esame. Saranno evidenziate le differenze e le novità rispetto alle vecchie prove e gli insegnanti avranno la possibilità di ricevere informazioni mirate.
Il seminario si rivolge a insegnanti che intendono preparare i propri alunni e alunne al nuovo Goethe-Zertifikat B2.
La Prima guerra mondiale, oltre a determinare una nuova dimensione nell’evoluzione dei conflitti armati, fu uno di quegli avvenimenti che segnano la fine di un’epoca storica e l’inizio di una nuova. La conferenza cercherà di tracciare, in una rapida esposizione, un quadro di quello che ne costituisce l’aspetto forse più marcato e vistoso: la caduta delle monarchie più potenti dell’epoca e cioè gli Zar della Russia, gli Imperatori dell’Austria e della Germania ed il Sultano della Turchia. Si creò così un “vuoto di potere costituzionale” che in Germania scatenò una rivoluzione, l’unica della storia tedesca, che portò alla nascita della Repubblica di Weimar.
Con Rosalie Thomass, Kaori Momoi, Nami Kamata, Moshe Cohen, Honsho Hayasaka, Nanoko, Aya Irizuki
Marie è preoccupata. Si domanda: “Sono felice o no?” e si trova alle prese con la paura dell’abbandono. Proprio il giorno del matrimonio si separa dallo sposo, da lei tradito con il suo migliore amico. Ora vuole andare il più lontano possibile da quel luogo a cui associa solo dolore e si reca in viaggio in Giappone per conto dell’organizzazione “Clowns4Help”, per portare aiuti ai sopravvissuti della catastrofe di Fukushima del 2011. Ma Marie è troppo infelice per riuscire a rincuorare gli altri. Nonostante l'aiuto del clown americano Moshe, i suoi tentativi di risultare comica sono miseri. Una notte, in preda al panico che possa verificarsi un terremoto, abbandona di corsa il suo accampamento e s’imbatte in un monaco che stoicamente condivide con lei un po’ di sake. Marie si sfoga: “Ho rovinato tutto!”
Il breve testo che leggeremo, «vide la luce [gennaio 1918] in un momento cruciale dell’evoluzione intellettuale di Rosenzweig e in circostanze storiche e personali del tutto speciali» (F.P. Ciglia, Introduzione, in F. Rosenzweig, Il grido, Morcelliana, Brescia 2003, p. 8), già accennate nel nostro primo incontro. Lo scritto, intitolato originariamente Von Einheit und Ewigkeit. Ein Gespräch zwischen Leib und Seele (Unità ed eternità. Un colloquio fra corpo e anima), e «solitamente designato dal suo stesso autore, nella cerchia degli amici intimi, con il termine di “Gritlianum”, dal nome della moglie di [Eugen] Rosenstock (“Gritli” è diminutivo famigliare di Margrit), alla quale esso fu dedicato fin dall’inizio» (ivi, p. 15), qualche tempo dopo fu designato con un nuovo titolo, Der Schrei (Il grido), considerato più incisivo e di maggiore effetto. Sappiamo che «appena sette mesi più tardi, nell’agosto del 1918, il pensatore pose mano alla stesura […] [di] Der Stern der Erlösung (La stella della Redenzione), poi portata a termine in patria […] entro il mese di febbraio del 1919» (ivi, pp. 16-17). Il grido, pertanto, «venne gestato e ultimato durante la febbrile vigilia del capolavoro filosofico. Esso eruppe di getto da un flusso magmatico e turbolento di pensieri in via di rapidissima trasformazione, che andavano, tuttavia, già organizzandosi in una figura complessiva dal profilo estremamente originale e ormai abbastanza ben riconoscibile. Lo scritto testimonia, dunque, in maniera assai vivida e impressionante, una tappa fortemente significativa dell’itinerario di un pensiero che cercava avventurosamente, e come a tentoni, la sua identità definitiva. Esso ci permette, perciò, di gettare uno sguardo prezioso e inatteso nel segreto di un’“officina filosofica” entro la quale andava prendendo forma, per così dire, il codice genetico della prospettiva teoretica futura. Ma l’ulteriore, tumultuoso intensificarsi della stagione creativa già in atto, e il suo finale precipitare e coagularsi nella stesura del capolavoro filosofico portarono il pensatore, di lì a pochissimo tempo, a scavalcare decisamente la singolare postazione speculativa conquistata nel nostro scritto. […] [L’autore] lo considerò ormai immeritevole di varcare la soglia dell’ambito delle relazioni dialogiche strettamente private entro cui esso era stato gestato e partorito. Lo scritto finì dunque totalmente dimenticato fra le carte dell’amico Rosenstock, in mezzo all’imponente corpus di migliaia di lettere, da poco in grandissima parte pubblicato, che Rosenzweig scrisse allo stesso Eugen, a Margrit, o ai due coniugi insieme. Fra queste lettere, nel 1982, vale a dire diversi anni dopo la morte di tutti e tre gli interlocutori, Il grido fu inopinatamente ritrovato e riesumato, e poi pubblicato per la prima volta nel 1986, in occasione del centenario della nascita del pensatore» (ivi, pp. 17-20).